Monday, July 18, 2011

Invito per la conclusione della conferenza stampa della Campagna Welcome to Palestine. Lunedì 18 luglio, a mezzogiorno, Alternative Information Center , via Queen Shmolzion numero 4, Gerusalemme.

 
In risposta ad un invito da parte della Palestina,  centinaia di visitatori internazionali hanno prenotato voli diretti all’aereoporto di Ben Gurion per l’8 luglio. Il governo israeliano ha usato tutti i suoi mezzi per fermarli, tra i quali costringere diverse compagnie aeree a cancellare un gran numero di prenotazioni. Le autorità israeliane hanno arrestato e poi deportato in massa coloro che sono arrivati a Tel Aviv. Alla fine solo poche dozzine di attivisti internazionali sono riusciti a raggiungere la Palestina e solamente dopo aver superato molti ostacoli: per esempio, Vivienne Prozsolt dall’Australia, che era con la seconda Freedom Flotilla, imbarcatasi ad Atene, è stata tenuta in stato di fermo, ma inaspettatamente ha vinto il ricorso d’appello contro la sua espulsione. Gli ospiti internazionali che ci hanno raggiunto hanno partecipato ad una settimana di fratellanza e di solidarietà dall’8 al 16 di luglio. Gli organizzatori dell’iniziativa Welcome to Palestine vi invitano ad una conferenza stampa per analizzare i risultati raggiunti, malgrado tutte le limitazioni massicce da parte del governo israeliano, e per discutere le direzioni future per la solidarietà internazionale con il popolo palestinese. 
Speakers in Gerusalemme:
Lubna Masarwa, principale organizzatrice che ha lavorato sia con la Flotilla diretta a Gaza sia con Welcome to Palestine;
Vivienne Prozsolt da Sidney in Australia, membro del gruppo di ebrei contrari all’occupazione e ospite internazionale di Welcome to Palestine;
Shireen Al-Aray, attivista da Al-Walaja, che ha organizzato e accompagnato i visitatori che erano con noi dall’8 al 16 di luglio;
Sergio Yahni, coordinatore mediatico al Centro di Informazione Alternativo;
Speakers disponibili via Skjpe-Video:
Dottor Mazin Qumsiyeh, di Beit Sahour vicino Bethlehem, professore di genetica e autore e coordinatore di Welcome to Palestine;
Gli organizzatori internazionali di Welcome to Palestine tra i quali Elsa Rassbach dalla Germania  e Karin Pally dagli Stati Uniti
“Questo non è stato il primo e l’ultimo progetto che noi abbiamo organizzato sull’occupazione illegale e sulla colonizzazione”, dice Dottor Mazin Qumsiyeh di Bethlehem , principale organizzatore dell’iniziativa. Sempre più persone stanno diventando consapevoli della situazione, e i nostri prossimi progetti accumuleranno più slancio fino a quando la Palestina sarà libera.  
Laura Durkay da New York, che è stata tenuta in stato di fermo all’aereoporto di Ben Gurion l’8 Luglio, e poi arrestata e deportata dice: “Qualsiasi persona con la quale ho parlato è tornata nella proprio paese più determinata che mai nel continuare la battaglia per la liberazione della Palestina e la difesa di uguali diritti. 

Media Contacts:
GENERAL: info@palestinejn.org
JERUSALEM: Sergio Yahni, sergioyahni@gmail.com+972(0)526375032
BETHLEHEM: Dr. Mazin Qumsiyeh, mazin@qumsiyeh.org+972(0)598939532 (English and Arabic), and Fadi Kattan (French)press.welcometopalestine2@gmail.com   +970 (0) 595 754 100
FRANCE:  Nicolas Shahshahani, bienvenuepalestine@orange.fr +33(0)1 42 94 39 94 and +33(0)673 38 24 84
GERMANY: Sophia Deeg,  sophia_deeg@yahoo.de+49(0)88 007761,+49(0)1799878414 and Elsa Rassbach (contact information below)
UK: Sofiah MacLeod, secretary@scottishpsc.org.uk,+44(0)7931 200 36100,+44(0)131 620 0052
USA: Karin Pally, myizzy@gmail.com or kpally@earthlink.net+1 310-399-1921
INTERNATIONAL Media Coordinator: Elsa Rassbach, elsarassbach@gmail.com+49 (0) 30 326 01540 or +49 (0) 170 738 1450 Skype: elsarassbach

Thursday, July 14, 2011

Giudice israeliano nega il ricorso di una partecipante all'iniziativa Welcome to Palestine contro la sua detenzione


Al Dameer, organizzazione che fornisce assistenza legale ai prigionieri e difende i diritti umani, ha visitato più di ottanta prigionieri stranieri in Ramla e Beer Al-Saba. Queste persone sono state arrestate lo scorso venerdì 8 luglio 2011, al loro arrivo a Tel Aviv nella speranza di visitare la Palestina e di fornire solidarietà  alla popolazione locale che lotta contro l’occupazione israeliana. Al Dameer condanna con forza le azioni del governo israeliano e le loro arbitrarie violazioni dei diritti umani, come la libertà di circolazione, di associazione e di espressione. L’attuale situazione dimostra che Israele ha di fatto imposto un blocco non solo su Gaza, ma anche su West Bank, impedendo l’ingresso in Palestina ad attivisti stranieri e arrestandoli senza legittime ragioni.
Negli ultimi giorni, l’istituzione Al Dameer, che fornisce assistenza ai prigionieri e lotta per la difesa dei diritti umani, ha visitato più di ottanta stranieri in prigione a Ramla e Beer Al-Saba. Essi sono stati arrestati discriminatamente dall’esercito di occupazione lo scorso 8 luglio 2011 al loro arrivo a Tel Aviv per fornire solidarietà al popolo palestinese nella loro lotta contro l’occupazione. L’istituzione Al Dameer condanna con forza le azioni di Israele e le loro arbitrarie violazioni dei diritti umani, tra i quali la libertà di circolazione, di associazione, di espressione e di opinione. Questa è la prova che Israele impone un blocco non solo sulla striscia Gaza ma anche su West Bank attraverso sia restrizioni all’entrata a pacifici attivisti occidentali sia il loro arresto.
Le prime delegazioni straniere hanno cominciato a raggiungere l’aereoporto di Ben Gurion venerdì mattina 8 luglio 2011 per prendere parte all’iniziativa Welcome to Palestine, organizzata dalla società civile palestinese con lo scopo di consentire a centinaia di attivisti internazionali di visitare i territori palestinesi occupati. Un numero limitato di stranieri ha avuto accesso nei territori palestinesi attraverso l’aereoporto di Ben Gurion, mentre alla maggioranza degli attivisti è stato negato l’ingresso e molti di essi sono stati messi in custodia cautelare e detenuti in diverse parti dell’aereoporto, per poi essere trasferiti nelle prigioni di Ramla e Beer Al- Saba la sera di venerdì 8 luglio.
Come parte dell’iniziativa Welcome to Palestine, la prima delegazione straniera ha raggiunto  l’aereoporto di Ben Gurion l’8 luglio 2011. Organizzata dalla Società civile palestinese, questa iniziativa ha come obiettivo quello di accogliere centinaia di attivisti internazionali in visita nei territori palestinesi occupati. Tuttavia, un numero limitato di attivisti è riuscito a raggiungere i territori palestinesi, mentre molti di essi sono stati arrestati al loro arrivo ed in seguito trasferiti nelle prigioni di Ramla e Beer Al-Saba.
Oltre alla violazione arbitraria della libertà di circolazione, gli attivisti stranieri sono stati trattati miseramente. Tra il 9 e il 12 luglio, avvocati membri dell’associazione Al Dameer (Annan Odan e Samer Semaan) hanno visitato i detenuti che hanno sostenuto di non aver ricevuto né cibo né acqua. Fadwa Al- Atrash, uno studentessa di 19 anni, ha dichiarato all’avvocato di non aver ricevuto né cibo né acqua tra le 15,30 e la mezzanotte nella prigione di Ramla. Inoltre, Fadwa è stata trattenuta in un veicolo militare con un altro straniero per circa un’ora. Malgrado l’alta temperatura, i soldati hanno deliberatamente alzato il riscaldamento nella macchina. In aggiunta, secondo Fadwa, le autorità hanno morso gli stranieri durante la loro detenzione nell’aereoporto. Fadwa è stata morsa alle gambe e colpita al viso e alla schiena da tre officiali della sicurezza all’aereoporto. Muhammad Najjar, un cittadino belga di 33 anni, è stato morso due volte all’aereoporto. Quando 4-5 ufficiali israeliani lo hanno messo con forza nell’aereo in direzione per il Belgio, Najjar si è rifiutato. Come risultato, i soldati lo hanno preso a calci e lo hanno picchiato. Quando Najjar ha tentato di proteggere Fethiye Abdul Albardali, egli è stato attaccato da circa 10 forza di sicurezza.


Monday, July 11, 2011

resistenza alla deportazione

La complicità delle compagnie aeree e dei governi stranieri nell’esporre i loro connazionali al rischio, all’incarcerazione illegale e alla deportazione forzata è inaccettabile e richiederebbe una spiegazione pubblica e una giustificazione.

UPDATE: Protesta all'aereoporto di Zurigo

Tre giovani partecipanti all’iniziativa Welcome to Palestine hanno iniziato una protesta nella hall dell’aereoporto, dopo che il loro ingresso in Palestina, attraverso l’aereoporto di Tel Aviv con la compagnia aerea Swiss airline, è stato negato. I tre sono stati obbligati a lasciare l’aereoporto dagli ufficiali della sicurezza.
Le foto scattate l’8 Luglio possono essere viste nel nostro Flickr account www.flickr.com/WelcometoPalestine

Saturday, July 9, 2011

Breve comunicato inviato da 11 detenuti della prigione di Be'er Sheva che hanno appena cominciato uno sciopero della fame.

Be'er Sheva 9 luglio 2011
Riportiamo qui le loro richieste:
1) Libertà immediata e incondizionata di viaggiare in Palestina e di prendere parte alle attività di "Welcome to Palestine"
2) Accesso libero e immediato all'iniziativa anche per tutti gli altri gruppi
3) Accesso alle comunicazioni internazionali in modo da poter informare direttamente i nostri familiari e amici
4) Obbligo degli stati europei a tutelare gli interessi dei propri cittadini e i loro diritti umanitari e politici - specialmente il diritto alla libera circolazione
5) Un'inchiesta indipendente sui comportamenti e sulle pratiche delle compagnie aeree europee

Comunicato stampa n.2: gli organizzatori di "Welcome to Palestine" denunciano la propaganda d'Israele.

Bethlehem e Jerusalem 5 luglio 2011 - Gli organizzatori dell'iniziativa "Welcome to Palestine" denunciano i numerosi tentativi di Israele e degli altri media di distorcere il nostro messaggio e le attivita' programmate. Ci sono state delle voci che affermavano la nostra volonta' di raggiungere Gaza attraverso l'aereoporto di Lod (Ben Gurion) l'8 luglio. Alcuni hanno affermato che quest'iniziativa sia nata sull'onda del blocco della Flotilla. Altri invece che l'intenzione dei nostri visitatori sia di creare disordini in aeroporto o addirittura di dirottare gli aerei. Queste e molte altre affermazioni che stanno circolando sono false; esortiamo i media a non diffondere falsi comunicati. Come dichiarato nel nostro primo comunicato stampa noi invitiamo gli ospiti internazionali, comprese le famiglie, a farci visita in Palestina. Ci auguriamo e ci aspettiamo che le autorita' israeliane permettano loro un passaggio sicuro in accordo con la normativa internazionale e i normali protocolli bilaterali diplomatici. Rifiutiamo anche la minaccia del governo israeliano di attuare deportazioni degli attivisti di pace e il suo tentativo di giustificare quest'ignobile azione diffondendo falsi voci. Noi abbiamo contatti con i media e li incoraggiamo a parlare con gli organizzatori e i partecipanti di questa iniziativa pacifica. Gia' alcuni giornalisti hanno confermato la loro presenza e cogliamo l'occasione per invitarne altri ad unirsi a noi e a riportare cio' che sta realmente accadendo. I nostri visitatori stanno venendo in Palestina con un approccio non violento alla costruzione della pace e alla risoluzione del conflitto, nel pieno rispetto della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Esortiamo le autorita' israeliane a permettere ai giornalisti di poter entrare in contatto con i partecipanti e riportare la vera storia di "Welcome to Palestine". Invitare i palestinesi e gli internazionali a unirsi a noi e' un nostro diritto in qualita' di individui sotto occupazione che rivendicano la loro liberta'. Per domani, venerdi' 8 luglio, e' stata programmata una conferenza stampa alle 10 presso il Bethlehem Peace Center.